sabato 8 marzo 2014

Sirmax S.p.A., Cittadella (Padova): un'azienda chimica al servizio delle industria dell'automobile e degli elettrodomestici

Questo profilo d’impresa appartiene a una ricerca sulle “eccellenze venete”, commissionata nel 2010 al Centro Interdipartimentale di Ricerche e Servizi “Giorgio Lago” dell’Università di Padova, che tuttavia non vide mai la luce per sopravvenute divergenze tra ricercatori e committenza sull’impianto che essa avrebbe dovuto avere.
Poiché non amo gli “inediti”, ho alla fine deciso di pubblicarne il testo come post a questo Blog: un testo che, sottoposto all’impresa “biografata” per la verifica di alcune informazioni, fu da questa ritenuto corretto.


La Sirmax S.p.A., con sede a Cittadella (Padova), è nata nel 1999 da due preesistenti aziende (Sirte S.p.A., di Isola Vicentina, e la Maxplast S.r.l. di Cittadella), su iniziativa di Massimo Pavin (classe 1964), un imprenditore già attivo nel settore dei lavori stradali, e quindi lontano dal comparto chimico – quello della produzione di tecnopolimeri e resine termoplastiche a base di polipropilene – in cui essa è inserita. Tecnicamente può essere considerata una diversificazione degli investimenti, in realtà si trattò d’altro: una sfida con se stesso, e il desiderio di dimostrare di saper fare impresa senza la tutela del padre Giancarlo, affermato imprenditore nel settore delle costruzioni.
Egli, infatti – dopo la laurea in ingegneria civile, conseguita nel 1989 a Padova con il massimo dei voti, e un Master in Business Administration alla Bocconi cui seguì un periodo di approfondimento alla University of Florida (1990) – aveva iniziato a lavorare con il padre alla C.E.CAR., l’azienda da questi fondata nel 1961. La ricerca di autonomia lo portò dapprima a dar vita con un fratello alla Road Costruzioni Stradali (1991), una impresa che ha oggi una cinquantina di dipendenti e un buon insediamento sul mercato, e successivamente alla Maxplast (1992) il cui business iniziale fu il riciclo della plastica per la produzione di sedie e tavoli da giardino.
Si trattava di una produzione sostanzialmente “povera”, che a partire dal 1995 venne progressivamente sostituita con la lavorazione di tecnopolimeri e resine termoplastiche da destinare ad utilizzatori industriali terzi. Una scelta che portò poi alla fusione in Sirmax, e a successivi salti tecnologici che consentirono alla nuova compagine aziendale di raggiungere presto posizioni di eccellenza in un mercato sofisticato e competitivo. Oggi essa conta due stabilimenti produttivi in Italia (Cittadella e Tombolo), dove vengono lavorate annualmente circa 75.000 tonnellate di compound di polipropilene, ABS, policarbonato, poliammide ecc. utilizzate nell’industria degli elettrodomestici e dell’auto, e un terzo a Kunto, in Polonia, dove la produzione è assestata sulle 30.000 tonnellate. A ciò si aggiungono il polo logistico/distributivo di Isola Vicentina, nonché filiali commerciali in Francia, Germania e Spagna. Con un fatturato di approssimativi 140 mln di € nel 2011, e circa 150 addetti complessivi, l’azienda fornisce i principali gruppi europei dell’automobile e degli elettrodomestici.
Come è noto in letteratura, a volte le idee-business sono dovute alla casualità, e si consolidano nel tempo con percorsi non definibili a priori. E così è stato per Pavin:
«Stavo cercando un capannone a Cittadella per mettere al riparo le macchine operatrici della Road, e ne trovai uno in vendita a Carmignano di Brenta. Lo acquistai. Era un piccolo impianto per il riciclaggio delle materie plastiche. Quando mi trovai di fronte all’estrusore, quello che ora sta collocato nel piazzale dello stabilimento a ricordo di come è nata l’impresa, mi chiesi se non fosse quella la mia occasione per fare qualcosa che fosse lontana dalla sfera, dalle competenze e dall’influenza di mio padre. Mio fratello Roberto mi seguì nell’avventura, che ci portò nel giro di due anni a 8-10 mld di lire di fatturato. Il mercato c’era e rispondeva positivamente, ma io cercavo, volevo, qualcosa di tecnologicamente più sofisticato. Fu così che maturai la convinzione, stimolato anche da un nostro importante cliente della Bassa padovana, che fosse il momento di un deciso salto di qualità: dal riciclo, e da sedie e tavoli di plastica, alla produzione di compound per gli utilizzatori industriali. L’investimento, cui concorse pure la famiglia, e cioè mio padre, fu importante, ma vincemmo la sfida. Ero entrato in una dimensione nuova e, anche se avevo mio padre tra i soci, ero finalmente io il decisore delle strategie di sviluppo»… … …
Dato che la lunghezza del testo non si presta alle normali dimensioni di un post, esso è disponibile nella sua interezza all’indirizzo






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