Questo profilo d’impresa appartiene a
una ricerca sulle “eccellenze venete”, commissionata nel 2010 al Centro
Interdipartimentale di Ricerche e Servizi “Giorgio Lago” dell’Università di
Padova, che tuttavia non vide mai la luce per sopravvenute divergenze tra
ricercatori e committenza sull’impianto che essa avrebbe dovuto avere.
Poiché non amo gli “inediti”, ho alla
fine deciso di pubblicarne il testo come post a questo Blog: un testo che,
sottoposto all’impresa “biografata” per la verifica di alcune informazioni, fu
da questa ritenuto corretto.
Le Industrie Cotto Possagno, con sede a Possagno (Treviso),
sono sorte nel 1998 in seguito alla fusione di cinque preesistenti aziende
familiari dell'area. La società è andata presto posizionandosi come leader
nazionale nella lavorazione del laterizio da copertura in cotto, con una
incidenza particolarmente significativa (circa il 50%) nel segmento dei coppi.
Essa produce altresì pavimenti e tavelle in cotto, sistemi di ancoraggio e
ventilazione per coperture, e offre un servizio integrato per la progettazione
delle stesse.
La
produzione, realizzata in sei stabilimenti ad elevata specializzazione con circa 270 addetti, è prevalentemente assorbita dal
mercato domestico, anche se l’export
(il 15% ca. di un fatturato 2010 di 60 mln di €) è in tendenziale crescita.
Presidente
della società è Alessandro Vardanega. Già in Arthur Andersen Italia, una esperienza decennale che gli è stata utile
nell’affiancare la propria famiglia e gli altri partner nel processo di fusione, egli attualmente unisce alla
responsabilità aziendale anche un forte impegno in Confindustria: è infatti
presidente di Unindustria Treviso, una delle sue più vivaci strutture
territoriali.
“Cotto Possagno” è una impresa anomala nel pur
variegato mondo imprenditoriale veneto, e ciò per almeno due motivi. Da un lato
essa è la continuazione industriale di una lavorazione antichissima, quella
della produzione dei coppi in cotto per la
copertura delle abitazioni; e dall’altro la sua nascita ha avuto l’effetto di
riassumere in una unica entità manifatturiera la pressoché totale
attività di un intero distretto produttivo innovandone la vocazione.
Per dirla con le parole di Vardanega, raccolte in una
intervista del 17 novembre del 2010,
Cotto Possagno è una vera e propria impresa-distretto: caso in realtà unico nei distretti industriali italiani, la cui
caratteristica – è noto – è quella di una pluralità di aziende di piccola e
media dimensione, dove solo in pochi casi riesce a emergere una vera e propria impresa-leader.
Nel caso dell’area di Possagno – dove insiste un importante bacino di
argilla che, dopo aver soddisfatto per secoli il limitato fabbisogno locale,
alimentò a lungo la domanda di coppi per i tetti della Serenissima – sul
volgere del secolo accadde che cinque delle sette imprese lì esistenti si
fusero tra loro, dando vita a un unico organismo produttivo.
Il
posizionamento presto raggiunto sul mercato nazionale non è stato tuttavia il mero risultato di una somma aritmetica delle
capacità produttive delle aziende confluite nella nuova struttura
societaria, bensì l’esito virtuoso di una calibrata attenzione alle economie di
scala e, soprattutto, di una strategia tesa all’innovazione (di processo e di
prodotto) e alla valorizzazione del patrimonio immateriale di conoscenze e di
abilità sedimentato nel territorio.
Ma quali furono le motivazioni che portarono imprese tra
loro concorrenti a unirsi, superando
spirito identitario e tradizione familiare? E quali le tappe di un successo che
– all’inizio del percorso – appariva ai suoi stessi protagonisti tutt’altro che
scontato? In questo caso imprenditoriale, forse più che in altri, emerge come
il pervasivo intreccio tra tradizione e innovazione sia paradigmatico di uno
dei tornanti della transizione veneta alla modernità.
Cominciamo dalla tradizione familiare. Le cinque imprese che diedero
vita a Cotto Possagno, pur condotte come società di capitali, appartenevano a
famiglie riconducibili a due cognomi storici
del territorio, i Vardanega e i Cunial, che da molto tempo continuavano
nel possagnese la tradizione dei laterizi, e in particolare dei coppi, il brand storico dell’area. L’impresa della
famiglia Vardanega, costituita come società di persone nel 1960, era erede di
una precedente attività esercita dal nonno
sotto forma di ditta individuale. Un percorso di lunga durata, quindi, non
dissimile da quello delle altre aziende che, nel corso del 1997, perseguirono
l’idea di una comune avventura imprenditoriale… … …Dato che la lunghezza del testo non si presta alle normali dimensioni di un post, esso è disponibile nella sua interezza all’indirizzo